-PITOT TUBE-
Siamo giunti al termine di questo viaggio alla scoperta di
un oggetto che ha saputo farci spaziare in luoghi ed epoche differenti. Come
tutte le storie degne di questo nome siamo partiti dal passato, dalle retrovie
di metà 700, dall’ingegner Henri Pitot [Step9.1]. Egli ebbe la grande fortuna di
nascere in un’epoca in cui le persone che professavano il suo mestiere, lo “scienziato”,
qualsivoglia fosse la loro applicazione, si trovavano a confrontarsi in un ambiente stimolante e propenso alle innovazioni. L’illuminismo stava prendendo piede ormai in tutta la Francia
e la stava liberando dall’ignoranza e dalla superstizione.
Grazie ad una spiccata curiosità ed intelligenza, questo fisico
seppe utilizzare tutte le leggi ed i teoremi [Step05] che gli erano stati tramandati dai
colleghi per raggiungere un risultato ancora mai conquistato. Questa scoperta,
per mancata fantasia o egocentrismo, prende il nome di tubo di Pitot [Step01]. Si
tratta di uno strumento di misura applicabile in ambito fluidodinamico [Step04] che, grazie alle deduzioni dell’ingegnere, permette di trovare la pressione e la
velocità di un fluido in movimento.
Tuttavia, per quanto sia giusto lodare Pitot per questa grande
scoperta, va evidenziato che quest'ultima è stata completata solo grazie all'intervento di un altro grande scienziato. Infatti, a ben vedere lo strumento che è pervenuto a noi oggi è tale grazie alle perfezioni compiute
dall’ingegnere idraulico Henry Darcy [Step9.2] a metà 800. Quest'ultimo è protagonista di numerosi articoli che narrano gli studi che hanno generato il passaggio dal "Pitot tube" al "Pitot-Darcy tube" [Step10].
E’ molto affascinante l’anatomia [Step16] di tale strumento,
apparentemente molto semplice, le cui componenti [Step03] in acciaio [Step08] si piegano
elegantemente formando un angolo retto. La prima prova materiale di tale marchingegno
risale alla seconda metà dell’800 [Step02]. Oggi si trova nel National Museum of
American History e all’epoca fu costruito dai Proprietors of Locks
and Canals [Step11], e serviva principalmente per misurare velocità
e pressione dell’acqua nei condotti o nei canali delle città. Sebbene con il
passare del tempo tale strumento si sia evoluto ed addirittura diramato al
punto da raggiungere forme differenti per gli utilizzi più disparati, resta molto
semplice ed immediato il suo manuale d’utilizzo se adoperato con i giusti strumenti
additivi, quali il manometro [Step22].
Analizzare il tubo di Pitot è stata un’esperienza piuttosto
sbalorditiva. Si partiva da basi di conoscenza pressoché nulle, dal momento che
non fa parte degli strumenti utilizzati nella vita quotidiana di una persona.
Tuttavia, addentrandoci nei meandri dell’oggetto, è stato un vero e proprio
stupore scoprire quanto sia effettivamente utilizzato in vari settori e quanto siano
numerosi e disparati i suoi campi di applicazione [Extra].
Primo di tutti gli aerei. Se si cerca "tubo di Pitot" su
internet le foto di velivoli sono tra le prime immagini che compaiono. Probabilmente anche le persone che sono solite viaggiare non hanno idea di che cosa si
tratti. Eppure, come abbiamo potuto apprendere tramite miti [Step07] e film [Step12], esso è
piuttosto fondamentale. Nell’aereo il tubo di Pitot permette di monitorare la
velocità per mantenere quella di crociera e non arrivare al punto di stallo
oltre il quale l’aereo inizia a cadere. Tuttavia, viaggiando ad alta quota, e dunque
a basse temperature, può capitare che si formi del ghiaccio all’interno dei
tubi che ostruisca il passaggio dell’aria. Per ovviare a questo problema, nei
vari modelli che sono stati brevettati [Step17] negli anni sono stati implementati
elementi riscaldanti. Questi ultimi sono infatti diventati prioritari ed oggetto
di marketing, dal momento che la loro assenza ha portato numerose disavventure [Step13].
Altri veicoli a cui è applicato il tubo di Pitot sono le
auto di Formula1 [Extra], nelle quali viene utilizzato principalmente in fase di allenamento
per misurare le velocità in parti diverse del circuito. Sono, inoltre, presenti
numerose normative ISO [Step23] che prevedono tale tubo come strumento ufficiale per
misurare velocità e portata di fluidi, quali emissioni gassose o liquidi nei
condotti. Ne sono un esempio i biogas o i combustibili [Step26]; esso infatti è
diventato strumento fondamentale per monitorare l’emissione di sostanze nocive dagli
impianti industriali [Extra].
Il tubo di Pitot è uno strumento scientifico, ma prima ancora
un oggetto. Come tale, per apprenderne a fondo le caratteristiche, lo sviluppo
e la diffusione è giusto non accontentarsi di un’analisi prettamente fisica ma addentrarsi in uno studio più iconografico, storico [Step24] e letterario dello stesso. Per questo motivo in
questo blog abbiamo cercato di coglierne l’essenza anche tramite
la ricerca di fumetti [Step21], francobolli [Step18], marchi [Step20] e simboli [Step06] che ci hanno sottolineato la sua importanza nei campi di utilizzo.
Questo viaggio ha permesso di collocare il tubo di Pitot nella grande famiglia degli strumenti di misura [Step14], ci ha fatto cogliere le caratteristiche chiave di questo oggetto [Step27] e divertire attraverso lettere [Step19] e numeri [Step15]. Sicuramente ripercorrerne le tappe porta a comprendere quanto un oggetto non sia importante solo nel suo essere materiale, ma soprattutto nell'avere una storia, un passato che ne narri le complessità, un'impronta nella società. Noi abbiamo dato vita e spazio a tale strumento, ma si potrebbe fare la stessa cosa con oggetti anche più personali [Step25], vicini a noi e che non fanno necessariamente parte del nostro passato.
Si spera che la lettura di questo blog possa portare qualcosa in più a coloro che hanno deciso di addentrarsi nell'analisi del tubo di Pitot. Oltre ad un arricchimento del proprio bagaglio culturale, l'obiettivo è di avere una maggior sensibilità nei confronti degli oggetti che ci circondano. Ci lasciamo con un ultimo spunto, affinché accenda in noi curiosità e riflessioni...
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